La Mia Etiopia!

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Il desiderio di intraprendere questo viaggio, era vivo in me da mesi ed era più forte di tutti i timori, che in realtà si sono paventati alla vigilia della partenza.
Sto parlando della paura di affrontare un viaggio, non solo nel senso consueto della parola, cioè della scoperta di un nuovo Paese, ma del cammino che porta alla conoscenza di una parte nascosta di se stessi. Sono in Etiopia da quattordici giorni e le sensazioni, le idee e le emozioni sono numerose e confuse, difficili da esprimere obiettivamente.
Per ora ho un’unica certezza. Questo Paese mi ha travolto tutti e cinque i sensi, fin dall’arrivo all’aeroporto ad Addis Abeba.
L’olfatto ed il gusto sono pervasi da odori e sapori forti. In particolar modo, dalle spezie che vengono utilizzate per cucinare cibi, che nonostante alcuni piccolissimi problemi, sto apprezzando.
L’udito è affascinato dal richiamo dal Muezzin e dalle preghiere provenienti dalla chiesa ortodossa; da una lingua a me incomprensibile; dai versi degli animali; dalla folla e dalle risate dei bambini.
Se penso al tatto, mi vengono in mente la terra, le numerose strette di mano e i ripetuti abbracci.
Infine, la vista che sta catturando immagini. Penso che rimarranno indelebili, nonostante le mille foto scattate. Mi riferisco ai colori vivi della natura, grazie alla stagione delle piogge; alla presenza di diverse culture; al traffico caotico; all’incontro con occhi incuriositi, quasi quanto i miei. Ed è proprio su questi ultimi che vorrei soffermarmi. Lo sguardo delle persone del posto ci accompagna ogni giorno e nonostante continuino a spiegarmi che ci osservano perché stupiti, felici o infastiditi dalla nostra presenza, in realtà questo rimarrà un tassello che mi manca e quasi sicuramente non comprenderò neanche alla fine di questo viaggio.
Al mio ritorno in Italia, quando mi chiederanno dell’Etiopia, sono cinque le parole che potrei utilizzare: diversità, bellezza, allegria, crescita e speranza.
AMASEGHENALLO ETIOPIA!!! (Grazie Etiopia!!!)
Valentina D’Arco