Archivio del 2010

IO E GLI ALTRI - Grazie

Venerdì 14 Maggio 2010

Manuela Penna
Ormai giunti alla conclusione, posso affermare che per me il corso Lumbe Lumbe ha rappresentato un prezioso strumento, una lanterna che mi ha illuminato e accompagnato durante un’affascinante percorso dentro di me, alla ricerca di risposte, e di nuove domande, di ideali, di determinazione e di sogni ad oggi ancor più vivi.
Tanti spunti interessanti, tanti fantastici incontri ed altrettante informazioni che mi rendono più consapevole di me in relazione agli altri. Sicuramente il percorso non si conclude qui. E’ giunto il momento di rielaborare tutta la ricchezza accumulata, fatta di volti, di parole, di porte aperte e di metterla a disposizione di altri.
Mi auguro di concludere questa avventura con il viaggio più affascinante e complesso allo stesso tempo, pronta ad una nuova sfida!
E’ stato un piacere,
Grazie
 

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IO E GLI ALTRI - Prima ne ero a conoscenza…..

Venerdì 14 Maggio 2010

 

Antonella Di Paolo
Prima ne ero a conoscenza. Sapevo che c’è gente che soffre, gente che muore di fame e che non ha acqua da bere, ma sapevo anche che vivono minimo a 3000 km da me e questo bastava per giustificare la mia attenzione verso un “unico” mondo.
Poi da gennaio, sabato dopo sabato, lezione dopo lezione mi rimaneva sempre più difficile distogliere il pensiero intorno alle tematiche che affrontavamo in classe. Numeri come 25.000, 800 milioni cominciavano a prendere dimensione nella mia mente. Non individuavano più una quantità astratta, ma la realtà che condivide il nostro pianeta: 25.000 sono le persone che muoiono di fame ogni giorno, 800 milioni le persone che soffrono di denutrizione cronica.
Prendere coscienza, riflettere e discutere del mondo in cui viviamo, che non è solo quello visto sui cataloghi turistici, ha aperto in me una nuova dimensione. Sento di essere cresciuta, anche se si tratta di pochi mesi, o è la mia piccola posizione nel mondo che ha assunto più significato. Sto studiando comunicazione, e in un momento in cui l’ago calamitato della bussola cercava di allinearsi lungo le linee magnetiche del campo terrestre, indicando così la direzione, ho intravisto il Nord.
Comunicare è fondamentale, come questo corso mi ha insegnato. Prendere coscienza del mondo e di me nel mondo mi rende consapevole di appartenere a un pianeta condiviso anche da altri, e quindi nostri “coinquilini ”. Durante il corso abbiamo più volte dialogato su cosa rappresenti per noi l’altro. E più volte siamo arrivate a considerarlo un altro noi,e non un altro da noi: che ci arricchisce, che ci insegna, che ci coinvolge in un vortice di nuove esperienze. Come è stato dimostrato dalla conoscenza del gruppo di ragazze. Perché l’altro non può essere solo quello che abita lontanissimo, ma anche chi abita nei miei stessi territori. Testimone di ciò sono state le ragazze. Trovare amiche che condividessero gli stessi pensieri, oppure che mi aiutassero ad approdarne a nuovi, è stata l’esperienza più coinvolgente.
Ecco perché mi sentirò sempre legata a questo corso.
 

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IO E GLI ALTRI - Cari saluti

Venerdì 14 Maggio 2010

 

Silvia Cavalieri
Nell’ inchiostrare virtualmente questa pagina, per dare voce alle riflessioni che accompagnano le battute finali del corso, tanti sarebbero i pensieri da esprimere e riduttive sono le parole per descrivere questa esperienza davvero interessante e importante.
La convinzione che l’umanità è inserita in un intersistema era in me già pregressa ma ciò che il corso mi ha dato è il know how e cioè strumenti in più per sostenere e dimostrare le mie idee. Quel know how che poi si struttura con l’alterità attraverso la sinergia degli skills, delle competenze, per avere la misura dell’importanza di ogni fattore. Di rilievo sono state le esperienze “pratiche” costituite dalle varie visite e laboratori che definirei delle vere e proprie “sessioni etnografiche”.
La miniera di nozioni che abbiamo appreso fa da contraddittorio al mercimonio di idee ritrite a cui siamo soggetti nel quotidiano, quindi, i fondamenti di determinate teorie economiche e quant’altro i relatori hanno condiviso con noi sono perfettamente in consonanza con quanto ci era stato promesso all’inizio del percorso formativo.
Pur avendo in passato già vissuto situazioni eterogenee, respirato climi diversi, incontrato e frequentato umanità e realtà differenti è stata proprio la fine di questo percorso a Monte S. Martino a farmi realizzare che il corso è stato veramente “la mia prima Africa”, una summa necessaria che permette di fare il punto della situazione.
La vita è dura ma ci stupisce sempre per questo è importante seguire il proprio istinto e la propria intelligenza emotiva. La ricchezza degli incontri formativi sulla cooperazione internazionale è stata per me questa: cooperare significa seguire lo slancio nell’aiutare ma se si è preparati ciò avviene sicuramente più costruttivamente ed efficacemente. Questo comporta molta molta fatica ma è possibile. Ragionando in questa maniera è possibile disincagliarsi dall’ottusità che ci porta a pensare che i limiti in quanto tali sono un ostacolo e non uno stimolo. E’ proprio in questo momento dialettico che si comprende come il pensiero possa orientare l’azione poiché in realtà il pensiero è fattuale e con opportuna pianificazione e motivazione la cooperazione diviene realtà
 

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IO E GLI ALTRI - Si è ormai conclusa …

Venerdì 14 Maggio 2010

 

Ilaria Ferretti
Si è ormai conclusa la prima parte di questa esperienza e come ogni "cosa" che volge al termine porta con sè un pò di malinconia…ma non è solo questa la sensazione che ho dentro.
Sono contenta di aver avuto questa opportunità…a prescindere dal viaggio in Africa sono convinta che nella vita mi capiterà spesso di ripensare agli argomenti trattati durante le lezioni…sono state un continuo input, una continua crescita e un continuo farmi mettere in discussione.
Senza ricerca non si cresce e Voi mi avete dato l’opportunità di pormi delle domande e quindi di crescere… ascoltando i docenti e vedendo la passione nei loro occhi e la loro capacità di testimoniare con la loro persona quanto raccontavano ho pensato che, come insegnante, l’obiettivo che mi devo porre con i bambini è proprio questo…essere io per prima testimone di quello che insegno.
Vi dico sinceramente che il corso è andato ben oltre le mie aspettative…non solo per tutto quello che ho appreso ma anche per le meravigliose persone che mi ha dato modo di incontrare.
Grazie di tutto
 

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IO E GLI ALTRI - Non sono molto brava

Venerdì 14 Maggio 2010

 

Antonella Di Odoardo
Premetto che non sono molto brava a scrivere, forse sarà per via di tutti questi conti a lavoro che mi atrofizzano il cervello, comunque tentiamo ugualmente.
Ci provo perché queste poche righe mi vengono dal cuore e quando una cosa scritta è sentita le parole vengono da sole.
Questi mesi per me sono stati una vera e propria scoperta: di me stessa, di argomenti nuovi, di persone diverse ma profondamente simili.
Una scoperta che mi ha portato ad una crescita interiore.
A gennaio abbiamo iniziato un’avventura insieme con uno scopo preciso: avvicinarci all’altro, scoprire il diverso cercare di creare un ponte tra l’io e l’altro, per poterci preparare al meglio ad un viaggio, che già ho avuto la fortuna di poter vivere.
C’è una canzone di Niccolo Fabi che mentre scrivo mi balena in mente, dice cosi:
“tra la partenza e il traguardo c’è in mezzo tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è silenziosamente, costruire
e costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione.”
Questi pochi versi per me racchiudono un po’ tutto il senso del corso….costruire!
Costruire delle relazioni, incontrare l’altro nelle sue diverse sfaccettature, abbattere le proprie barriere personali , coscienti che il percorso è pieno di ostacoli, imprecisioni e di errori.
Ma è il sapersi mettere in gioco e riscoprirsi ogni volta il segreto della vera crescita, andando oltre il proprio vissuto quotidiano.
Mi sento di ringraziare non solo i docenti ma anche gli organizzatori del corso e le mie stesse compagne d’avventura, che hanno reso piacevole ogni momento anche impegnativo.
Grazie a tutti e boa sorte a todos!!!
 

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IO E GLI ALTRI - Rispondo molto volentieri

Venerdì 14 Maggio 2010

 

Francesca Gallucci
Rispondo con molto piacere a questa richiesta di riflessione riguardo al percorso fatto da gennaio ad oggi nell’ambito del corso di Orientamento alla Cooperazione Internazionale, perché questo mi permette di mettere nero su bianco alcuni pensieri che sono sorti nel corso degli ultimi incontri.
La mia non vuol essere una riflessione buonista ed interessata ma credo davvero di poter affermare di aver ricevuto moltissimo durante questi mesi, sia in termini didattici e di conoscenza, sia dal punto di vista umano.
Aver avuto la possibilità di conoscere personaggi di importanza e calibro internazionale già da sola rende l’idea dell’imponente mole di dati e informazioni che ho ricevuto; potersi confrontare con livelli così alti ma al tempo stesso disponibili di sapere mi ha permesso di apprendere con piacere, spesso in maniera inconscia.
Nel corso degli incontri, inoltre, ho potuto apprezzare l’eterogeneità e la ricchezza umana del gruppo di noi corsiste; ho avuto, infatti, la fortuna di conoscere persone con valori e ideali simili ai miei, cosa molto difficile oggi in una società sempre più chiusa e autoreferenziale. Poter condividere con le altre ragazze riflessioni, dubbi, stimoli che le lezioni costantemente mi davano è stato sicuramente un valore aggiunto, rispetto alla semplice ricezione delle informazioni.
Credo di poter affermare senza ombra di dubbio che questo corso non è stato soltanto un percorso formativo ma un vero e proprio percorso di vita, fatto di incontri, discussioni, scoperte, che mi hanno arricchito notevolmente ed hanno alimentato in me quella “fame” di conoscenza che non si esaurisce nei contesti accademici ma anzi si alimenta e si moltiplica nelle sedi e nelle occasioni informali.
 

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IO E GLI ALTRI - Eccomi qua…

Venerdì 14 Maggio 2010

 

Nadia Papa
Eccomi qua, arrivata alla fine di questo corso di formazione che si è rivelato un vero e proprio VIAGGIO le cui tappe sono state per me del tutto imprevedibili! A differenza di altri corsi frequentati precedentemente, non avevo affatto aspettative al riguardo, e forse proprio per questo è stato un avanzare intenso e stimolante di lezioni e di stage all’insegna della riflessione, sfociata nella consapevolezza che “siamo mortali ma possiamo fare molto se lo vogliamo”…
Sono rimasta notevolmente colpita dalla professionalità e UMANITA’ di tutti i relatori, che sono riusciti ogni volta a creare un’atmosfera di coinvolgimento e di energia positiva a beneficio di tutte noi frequentanti e ‘aspiranti cooperanti’.
Infatti, da Mpendawatu alla Lay, da Alinovi a Becchetti, da Leanza alla Caracciolo e alla Garziani, da Colajanni a Tessari, dalla Seragusa alla Petenzi, da Di Schino alla Ranuzzi, etc., è stato per me un crescendo di emozioni e di arricchimento nel percorrere questo cammino, che ha affrontato un tema tanto delicato quanto vasto come quello della Cooperazione Internazionale.
Il pensiero che ho fortemente interiorizzato è il fatto che paradossalmente può rivelarsi molto facile schiacciare chi si decide di aiutare. Per fare volontariato non bisogna sentirsi superiori, ma sentire gli altri sullo stesso piano come FRATELLI.
Un antico proverbio africano recita “La mano di chi riceve è sempre sotto a quella che dà” per indicare che è umiliante essere aiutati. Il concetto di aiuto allo sviluppo identificato come mera assistenza dei Paesi ricchi verso i Paesi più poveri è un concetto da superare e cambiare. La strada da percorrere è quella del “con”, del COSTRUIRE INSIEME.
Quali siano le modalità e gli attori della cooperazione (Governi, ONU, ONG, etc.), resta urgente superare l’idea tradizionale di aiuto. La solidarietà internazionale è nata con il pensiero che nel mondo ci fossero paesi rimasti indietro, da far ‘sviluppare’ fornendogli mezzi e conoscenze. Oggi il tempo dell’interdipendenza planetaria mostra viceversa come tutti i fenomeni, compresa povertà e ricchezza, siano collegati. Perciò alcuni autori propongono un nuovo approccio – la cooperazione di comunità – che parta da quelle poche o tante risorse e competenze che ogni luogo possiede. In questa ottica l’intervento esterno può facilitare le realtà locali a riappropriarsene, ma ha senso solo se lavora contemporaneamente sul proprio territorio.
La cooperazione così non sarà più l’aiuto della parte ricca del mondo verso quella povera. Sarà, invece, come si augura l’economista del Benin A.Tevoedjiré, “una nuova cooperazione paritaria, basata sul riconoscimento dei reciproci bisogni e dei possibili scambi. Solo così il mondo potrà cambiare”.
 

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IO E GLI ALTRI - Ascoltare il nostro compagno di viaggio

Venerdì 14 Maggio 2010

 

Roberta Ambrosi
Eccoci arrivati alla conclusione del corso con le giornate a Monte San Martino. Che bella conclusione, che bell’inizio! Soprattutto…che impatto ha suscitato (ogni volta…e ancora una volta, grazie alla prof.ssa Ranuzzi) toccare con mano l’esperienza dell’incontro con l’altro, chiunque esso sia: un amico di un altro Paese, le compagne di corso, l’anziana signora davanti alla chiesa del paese, le suore che ci hanno ospitate. Che impatto suscita riscoprire l’importanza delle persone, delle loro storie. Così il cerchio si è chiuso, facendoci tornare a riflettere sulla centralità dell’uomo.
Cuore e rigore. Il prof. Alinovi ci aveva insegnato, ormai alcuni mesi fa, che questa addizione doveva essere il punto di partenza per accostarsi alla povertà. Ci vuole sempre abbastanza cuore da non perdere la cognizione della cruda realtà della fame. E abbastanza rigore per considerare ogni componente del meccanismo che si vuole mettere in moto. Si sa che l’economia è una scienza inesatta per via delle innumerevoli variabili in gioco: cercare di trascurarne il meno possibile invita necessariamente a relativizzare. E quindi anche a mettere in discussione modelli economici elaborati in modo tanto ordinato, elegante e apparentemente infallibile, per ascoltare cosa ha da dire un popolo di se stesso. Ecco, appunto: che storia ha da raccontare.
Dove l’economia incontra la storia, perde astrattezza, ma trova ulteriori significati, a volte decisivi per capire. “Una storia, di una persona come di una cosa, non solo può rivelare una vita, ma può fare luce sul mondo più ampio che ha modellato quella vita stessa” (Pietra Rivoli, economista).
A ben guardare, tutte le preziose testimonianze che abbiamo ricevuto nel corso delle lezioni hanno confermato l’importanza delle storie. A guardare ancor meglio, erano esse stesse delle storie. Sono state testimonianze vive, ma soprattutto vivaci, come spesso vengono ricordate le esperienze di incontro, quelle in cui differenza e processi di conoscenza reciproca generano goffi e divertenti tentativi di adattamento e vicinanza.
Oltre al cuore e al rigore, tutti hanno indicato un altro ingrediente, irrinunciabile se si vuole osare accostarsi all’altro: l’umiltà, quella che si traduce nel rassegnarsi ad essere uno in mezzo a sei miliardi di altri su questa Terra come noi.
E’ incredibilmente bello incontrarsi senza dover insegnare, imporre, criticare, ma con il più naturale impulso ad imparare. Che delicatezza, ma che forza hanno avuto alcune testimonianze! Qualche settimana fa, una persona qualunque tra i sei miliardi mi ha spiegato che viaggia ogni anno in Africa: dice che andare una volta l’anno in Africa serve per “ridimensionarsi”. Quanto è vero, quanto ridimensiona l’Africa! Obbliga a ricordare che potremmo fare a meno di tutte le nostre cose, ma non possiamo fare a meno di buone relazioni con gli altri per vivere bene.
Chissà che riflessioni farebbero nel visitare il nostro mondo tutti quelli che non potranno mai farlo! Mentre me lo chiedo, mi torna in mente una lezione importante, che cercherò di non dimenticare: ogni giorno, senza spostarci, il nostro è un viaggio in una realtà affascinante e sconosciuta, piena di errori e conquiste, di persone e di storie. Mai banali. Ogni giorno è qui per noi per provare a migliorare la nostra casa e per sederci un attimo ad ascoltare la storia del nostro compagno di viaggio.
 

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I numeri sono uguali per tutti

Venerdì 23 Aprile 2010

di Ilaria Ferretti

Sabato, al rientro in macchina dal corso, ho sentito l’esigenza di spegnere la radio e di riflettere in silenzio su quanto il dott. Maurizio Di Schino ci ha detto e trasmesso con dolcezza e professionalità.Le parole che maggiormente mi risuonavano in testa erano “i numeri non sono uguali per tutti. Nel massacro in Ruanda avvenuto dall’Aprile al Luglio del 1994 sono state massacrate in soli 100 giorni 1.000.000 di persone. E’ come se le torri gemelle fossero cadute tre volte al giorno per 100 giorni consecutivi”…. queste parole non possono lasciare indifferenti! E’ assolutamente vero che i numeri non sono uguali per tutti ma dovrebbe essere altrettanto vero che la morte di una persona è la morte di una persona, americana, italiana, africana che sia. Purtroppo, però, massacri che avvengono in alcuni continenti non sembrano destare lo stesso interesse e avere la stessa importanza per l’opinione pubblica rispetto a quelli che colpiscono la “grande America” o la “grande Europa”….quanta amarezza c’è nel pensare quanto questo sia vero!

Non mi è mai capitato di riflettere sulla differenza che può esserci tra un paese ed un altro riguardo a “cose” apparentemente semplicissime e universali, che poi così universali non sono sempre…pensiamo all’acqua, alla nostra portata tutti i giorni con semplici gesti e motivo di conflitto e morte in paesi lontani. Mi ha molto colpito, inoltre, il concetto di “nuova evangelizzazione”, intesa come promozione integrale della persona umana, in tutti i suoi aspetti. Far passare il Vangelo attraverso la testimonianza e l’esempio, creare una Chiesa di testimoni e non di Maestri. Come credente condivido pienamente queste parole, perché credo che la speranza del Vangelo possa essere trasmessa solo con la propria vita e che sia importante trasmettere la “religiosità” non la “religione”.

Sabato ho sentito molta condivisione nel gruppo e pian piano vedo che ognuna di noi porta un po’ di sé, in modo sempre più naturale e spontaneo…sono contentissima di questa avventura!

 

 

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La donna, volano della società

Venerdì 5 Marzo 2010

 Francesca Gallucci

Eccoci qui, arrivate già al sesto incontro del corso, ogni volta sempre più arricchente e formativo.
Sento il bisogno impellente di condividere un pensiero che le parole del Professor Colajanni mi hanno stimolato.
Non ho potuto che accogliere positivamente la riflessione circa la questione di genere dello sviluppo.
Da futura pedagogista, apprendo con piacere che le società stanno prendendo sempre più coscienza dell’importanza del rapporto madre-figlio e della posizione sociale e lavorativa della donna. Essa porta con sé una forza doppiamente produttiva, essendo al tempo stesso madre-educatrice e lavoratrice, e questa forza contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo di un paese.
Non si può, quindi, parlare di sviluppo senza tener conto del cosiddetto gendered development; come ha egregiamente sottolineato il Professor Colajanni, la donna è il volano della società, non solo in quanto figura fondamentale per la crestita dei figli, ma anche perché gestrice creativa e costante della microeconomia familiare.
Ho ancora negli occhi, nonostante siano passati ormai più di due anni, la forza e la tenacia che le donne keniote mi hanno trasmesso nel corso del mese che ho trascorso nel loro paese. Girando per i villaggi della missione di cui ero ospite ho incontrato donne che trasportavano brocche di acqua o fasci di legna pesantissime da chissà quanti chilometri, ragazzine che partecipavano alle attività dell’oratorio con i loro fratellini o sorelline neonate avvolti dietro le loro schiene, mercati pullulanti di voci femminili impegnate nella contrattazione dei prezzi.
Le riflessioni sullo sviluppo di genere mi hanno riportato agli occhi queste immagini, che vorrei condividere con le mie compagne di corso e con quanti passeranno di qui; alle animatrici, alle suore e alle mamme che ho incontrato in quella splendida avventura dedico questo mio intervento.

  

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