Da Lwena per recarsi a Luanda ci sono due possibilità. Ammesso che si disponga di un auto, … occorrono circa ventisette ore di viaggio, di una buona resistenza fisica per attraversare strade sterrate.
L’altra opportunità è quella rappresentata dal film che esce dalla mia fantasia. Dall’aereoporto di lwena parte un aereo al giorno. Ci si sveglia alle 5.00 per l’aereo delle 7.00 che in realtà partirà solo alle 15.30 del pomeriggio, dopo aver tentato di prendere quello delle 11.30 per il quale hanno cambiato la meta o forse non lo si è ben capito, a causa della lingua o di altri bisogni urgenti di cui parla il capitano…
Finalmente delle persone stanno per salire sul piccolo aereo, dopo aver guardato in alto il cielo di Lwena, azzurro, limpido che ha visto tante e tante battaglie di cui resta ancora una zona minata intorno all’aereoporto. Una città a cui si dice “grazie” per l’umanità conosciuta diversa dall’abitudine e dalla comodità, abituata alla calma della riflessione e la natura rigogliosa e combattiva, anch’essa permette agli uomini di sopravvivere.
Nel primo tempo, un ragazzo in attesa di un elicottero, guarda incuriosito due di pelle bianca, pensando che il telefono cellulare che hanno in mano vale quanto uno stipendio mensile in Angola.. e dice:
“ Qui’ a Lwena ci sono diamanti e petrolio, ma non ci sono soldi. Tutte le materie prime allora vengono vendute fuori, ad altri paesi.
Lwena non ha acqua ne’ luce..guarda quest’asfalto.. qui’ e’ tutto da rifare. Stiamo in pace? Questa non e’ pace.
E con questa domanda inquietante, che rimbomba nella testa di uno dei due bianchi ed oggi anche nei loro cuori, di cui una parte resta li’ su quell’asfalto, si consegnano i pseudo biglietti di riconoscimento al tecnico tecnico e di cui a noi non resta alcuna traccia.
A passo svelto ci si affretta verso la coda dell’aereo cercando in pochi secondi il posto più comodo, perché non ci sono sedili.. la precedenza per salire l’hano avuta un militare ed un altro uomo.
Il primo, giovane, è seduto su un borsone, immobile, con una garza su un lato del volto gonfia il doppio; l’altro più maturo, seduto per terra per alleggerire il peso della sofferenza, con lacrime che scendono da occhi neri terrorizzati, sorretto dietro la schiena da un fratello o figlio che lo accompagnerà nella capitale, unica possibilità di cura.
Ci si sistema sulle valigie per cercare di non farlo direttamente a terra..improvvisamente un maglione nello zainetto diventa cuscino per non sentire di volare in modo insolito, in cui familiari e conoscenti, se il volo non arrivasse a destinazione, direbbe “chi te lo ha fatto fare?”
Un uomo prega, un altro scatta una foto.. tutto normale i viaggi sono fatti di aspetti belli e brutti.. l’inizio è sconcertato e carico di speranza che andrà tutto bene..e tutti arriveranno a Luanda.. a che ora?..il caldo fa sembrare che sia già passata un’ora..in realtà si stanno riscaldando i motori, e si decolla finalmente.. l’aria è irrespirabile e un uomo esperto dice che ad alta quota dovrebbe essere più fresca in realtà, perché ciò non accade? forse è la paura? paura di fare un viaggio insolito.. sfortunato per gli occidentali, non c’è né bagno, né colazione a bordo.. né cinture di sicurezza.. né sicurezza che il proprio nome risulti quello di un “passeggero”. Volo di fortuna per gli angolani, che solo una piccola parte, con quanza o dollari in più, sono in grado di permettersi per spostarsi e muovere le linee senza garanzie del commercio..
Bambini sudati che, quando per alcuni attimi smettono di giocare, si accorgono di una sessantina di persone intorno, dentro una lamiera bianca che non è casa per nessuno dei “passeggeri”, nella quale si mischiano odori di ogni tipo..
..tra le voci in portoghese si sente il nome Saurimo..è la città in cui si sta per fare lo scalo..finalmente il primo atterraggio è fatto..si spera di ripartire al più presto, forse bisogna fare rifornimento. Improvvisamente la coda si apre ed improvvisamente il tecnico la fa richiudere lasciando solo un po’ d’apertura, quel minimo per respirare, per far capire che fuori c’è ancora la terra..che forse si potrebbe scendere li..e poi? come si andrebbe a Luanda?..meglio restare, si dovrebbe ripartire…e passano quaranta minuti interminabili. Ognuno cerca espedienti per non soffocare. C’e’ chi muove un po’ d’aria con un volantino di cartone duro di una associazione di volontariato portoghese (?), che molti guardano e forse vorrebbero per sé..passano altri quindici minuti, salgono altre persone forse dieci..no! quaranta circa.. con le scatole e bagagli sulla testa cercano di crearsi il loro posto per il viaggio tanto atteso.. e chi è già in volo cerca di risparmiare il proprio..sguardi di rabbia..d’incertezza..di impossibilità di chiedere a qualcuno perché bisogna ridursi a stare in sardine in scatole?..di impossibilità di critica, perché forse una sana critica sarebbe quella di pensare che senza quel volo..verrebbe speso lo stesso carburante ed un centinaio al giorno di persone resterebbe bloccato nella propria attività di autoconsumo.. e non potrebbe raggiungere quell’ospedale più importante..
Il film potrebbe terminare qui man come nella maggior parte dei film..inizia il secondo tempo.
..un uomo anziano, con grandi cicatrici sul volto, che forse sono i segni di una storia che ha distrutto case e diritti umani, raggiunge forse per la prima volta la capitale e nei momenti peggiori in cui il sudore rende lucida la sua pelle, resta ad occhi chiusi pensando forse che la sua vita, da una vita, ogni giorno è stato incerto..ma è arrivato a quell’età..
..i minuti passano e l’unico modo per cercare di non pensare per i passeggeri è quello di guardare: occhi profondi neri e tristi degli uomini, occhi pensanti dei più anziani, occhi di donne con luce di speranza, occhi di bambini incuriositi e i propri occhi a volte socchiusi, a ricordare immagini del proprio amore che in quel momento non può immaginare quant’è brutto averlo lontano..
.. lo stomaco si stringe, pensando di non avere forse motivi per fare un viaggio del genere, che forse nessuno impone, ma una volta scoperta questa possibilità vale la pena correre il rischio.. dopo essersi sentiti fortunati nel poter masticare una gomma tutto il tempo, quasi per ricordarsi che si è in vita..ecco finalmente dall’alto le luci di Luanda.. l’atterraggio..dopo cinque ore..il film sta per finire.. per un secondo tutti ringraziano tutti..
Il film termina e per fortuna io sono con i piedi a terra.. in una casa di irmas..ed in futuro sceglierò forse di percorrere la strada sterrata con le buche..il film mi ha fatto paura.. mi mancano i miei cari ma stasera manderò loro un sms per dire che sto bene e non far trasparire dalla voce che il film forse non vorrò rivederlo.
Mariangela Capuzzi
..finalmente si decolla di nuovo, stavolta l’atterraggio sarà quello della fortuna?..intanto dai pochi oblò si percepisce che oramai è notte.. e sale la paura che qualcosa non funzioni e ci possa far apparire dal basso una stella cadente non identificata.. l’aria oramai satura di odore di pelli diverse, voci diverse, conversazioni tra conoscenti di fortuna, pollo e patatine che, quasi increduli, mangiano alcuni e il soldato ancora immobile e l’uomo che oramai sembra aver raggiunto l’apice del dolore, dopo il quale non può esserci cosa peggiore, perchè se si atterra, si arriva in ospedale, se si muore in volo, si smetterà di soffrire.. ed una donna bianca, l’unica che per gli occidentali in quel momento rappresenterebbe la più sfortunata, si dice : “ se stanno sopportando il viaggio due feriti, io che sono in buono stato di salute, senza malattie, vaccini.. non ho nemmeno il diritto di lamentarmi, né il diritto di bere timidamente dalla mia bottiglietta di acqua, oramai calda, che tanti altri occhi profondi neri, considererebbero oro|!”
(scalo nella città) Saurimo..città da cui salgono altre persone disperate e piene di speranza allo stesso tempo, ed uno sciame di mosche che inseguono i pacchi di carne secca portate sulla testa.. maledette anche loro!.. non si pensa di viaggiare in aereo con una mosca! ..sarà anche per loro il viaggio della speranza inseguendo quella carne secca? o il viaggio della disperazione perche schiacciate da due mani?..