Tornare a Wonji

Prima della partenza per il mio secondo viaggio in Etiopia e dopo l’esperienza dell’anno scorso mi sono spesso chiesta quale sia stato l’impatto della nostra presenza in questi luoghi. Cosa ha significato per quei bambini passare del tempo con noi?  Cosa avrà pensato la popolazione locale? Cosa abbiamo lasciato noi? Domanda a cui è difficile, se non impossibile, dare una risposta. Il dato certo è che, quando si vive una esperienza del genere, ciò che si riceve è molto di più di quello che si dà. Poi è capitato che per un giorno, una domenica mattina illuminata dal sole, siamo tornati a Wonji, il luogo dove l’anno scorso abbiamo svolto le nostre attività. La prima visita l’abbiamo fatta al sito della Scuola dell’Infanzia alla cui costruzione ha contribuito anche LumbeLumbe. L’anno scorso avevamo visitato un luogo spoglio; un appezzamento di terreno con una baracca poverissima, le fondamenta della scuola appena abbozzate ed un mucchio di mattoni di fango. La curiosità di vedere a che punto fossero i lavori era molta, sapevo che l’edificio della scuola era stato eretto, ma non avrei mai pensato di trovare quello che abbiamo visto. Il cancello si è aperto davanti a noi su un luogo bellissimo; un grande e rigoglioso orto circondato da due bassi edifici dalle pareti gialline: uno destinato alle tre aule della scuola e l’altro alla mensa, alla cucina e all’ufficio. Il tutto completato da un pozzo munito di pompa per attingere l’acqua. I prodotti dell’orto andranno ad integrare i pasti per i bambini che frequenteranno la scuola. Grande è stata la sorpresa di trovare tutto ciò e di sapere che la scuola potrà partire a settembre. Ancora più grande è stata, sapendo che il tutto è dovuto al lavoro ed alla costanza di un solo uomo, Desta, il nostro referente sul luogo e direttore della scuola. A seguire ci siamo diretti nella scuola governativa dove l’anno scorso abbiamo lavorato con i bambini. Li, con nostra grande emozione, alle pareti di un’aula abbiamo trovato i cartelloni in inglese fatti l’anno scorso da noi e sistemati con cura e ordine. Durane questo anno scolastico gli alunni della scuola hanno studiati anche su questi cartelloni. Una parete esterna dell’edificio è stata rivestita di una gigantesco tavola degli elementi chimici, arrecante il logo di LumbeLumbe. Anche li si sono posati gli occhi dei bambini che abbiamo conosciuto  e quelli di tanti altri vi si poseranno. Il direttore della scuola, che lo scorso anno non avevamo avuto il modo di conoscere, ci ha accolto con calore ringraziandoci per il lavoro fatto. Il terzo appuntamento della  mattinata è stato con alcune donne che saranno destinatarie, qualora approvato, del progetto di microcredito. Non è stato facile spiegare loro i meccanismi per la presentazione di un progetto e perché questo non è stato ancora finanziato. Eppure dai loro sguardi e dalle loro parole abbiamo capito che per loro è stato importante il nostro ritorno, anche solo per spiegare. Quella del ritorno a Wonji è stata una mattinata intensa, ricca di pensieri, ricordi ed emozioni. Non ho trovato risposte alle domande che mi sono fatta per questi mesi, ma ho visto. Ho visto quanti può fare una piccola raccolta fondi nelle mani di un uomo operoso, ho visto la cura con cui è stato conservato il materiale lasciato e, infine, ho visto la gratitudine negli occhi di chi ha apprezzato il nostro ritorno. Piccoli segni ma concreti.
Tiziana Manuale