Luanda, capitale dell’Angola
Lunedì 14 Settembre 2009Luanda, capitale dell’Angola. 17 Marzo 2009
Una goccia di sudore mi scivola giù dal mento e lenta, come volersi adattare ai ritmi del posto, mi percorre il collo per poi cadere a terra senza far rumore, attratte dalle mie gambe attaccatice, rese tali dall’umiditá, alcune zanzare richiamate dal mio odore fanno banchetto. Rifletto sulle parole dettemi poc’anzi da pd. Gino, ripeto a me stessa di non aver fretta, di mettere da parte aspettative e ambizioni e di cominciare a vivere l’Africa per quella che è. Domani sarà una giornata difficile, un piccolo aereo mi poterà a Luena, sono stata molto fortunata, in condizioni normali non esistono voli interni, ma tra qualche giorno ci sarà la visita di Benedetto XVI e tuto il paese è in fermento. Ho perso tutti i bagagli, dicono siano rimasti ad Addis Ababa, i padri della missione salesiana che mi hanno ospitata in questi giorni si sono impegnati a ritrovarmele e a spedirmele in qualche modo, ci conto poco, ma non ho molte alternative.
Oggi sono uscita dalla missione e accompagnata da un ragazzo del posto sono andata alla ricerca di qualche libro e con stupore ho potuto constatare che ancora esistono infiniti echi della colonizzazione portoghese; laddove era proibito andare a scuola l’istruzione é diventato un bene di lusso ugualmente inaccessibile per la maggior parte della popolazione. Fino alla scorsa settimana Luanda deteneva il primato come città più cara del mondo per gli stranieri, non so cosa sia accaduto in questi ultimi sette giorni, ma stà di fatto che i prezzi continuano ad essere alle stelle. I diamanti prima, il petrolio poi e tutti e due insieme ora hanno attirato in Angola in pochissimo tempo grandi uomini industiali e potenti da tutto il mondo, e d’improvviso i prezzi sono saliti alla stelle, e solo per dare qualche cifra, il costo di un appartamento in città altalena dai 5.000 ai 30.000 dollari mensili. Questa situazione, come da bene ad immaginare, lascia alle persone comuni solo lo stato di miserabilità; eppure per le strade se si esula dai miloni di persone deturpate e mutilate dalla guerra, se si ignorano i bambini che lustrano le scarpe, se non si prendono in considerazione coloro i quali dormono ai margini delle strade, la città é tutta tesa verso una esasperata volontà di apparire proiettati verso una seconda Dubai.
Palazzoni di cemento di nuovissima costruzione, casinò, alberghi di fama mondiale fanno da landscape ad un traffico sempre più lento, percorrere circa duecento metri può richiedere anche più di un’ora, la città è congestionata da centinaia di pick up che si riversano a tutte le ore per le strade, strade costruite di notte dai figli del Sol Levante, (forse qui come in una colonia penale, disinteressati o forse semplicemente impediti dall’integrarsi nella società), alle quali bastano poche gocce di pioggia perchè, poichè prive di sistema di scolo, si riempiano d’acqua, allora la macchina diventa una sorta di seconda casa, e rischi di rimanerci dentro per tutta la vita.
Tra i tanti quartieri poveri e più poveri, la costruzione della Ilha che sarà quartiere di punta della Luanda by night, sorgerà al posto della più realistica località di Lixeira, letteralmente discarica a cielo aperto: casette di lamiere e fango dominano il quartiere dall’alto delle loro montagne di spazzatuta.
Rifiuti, questo l’humus sul quale atecchiscono le loro fondazioni.
Il governo ora ha iniziato un processo di sfollamento delle masse:
In che direzione si muoverà l’orda della maggior parte abitanti dell’Angola? Quanta miseria e povertà porteranno con loro? Mentre il capitalismo come effetto di uno tzunami si riversa sulle coste africane, riuscirà questo popolo a sfamarsi delle sole briciole che cadono dalle bocche piene e avide dei potenti che banchettano col futuro del mondo?
Osservo le navi cargo al largo del porto di Luanda, in attesa di entrare da forse quattro, cinque mesi e mi domando fin dove può spingersi l’animo umano, fin quando sarà possibile giocare così col destino delle vite altrui.
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